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La piramide Cestia

La Piramide Cestia, costruita nel I secolo a.C. lungo la via Ostiense, è uno dei monumenti funerari più inusuali di Roma.

A prima vista potremmo credere di essere in Egitto. O a Las Vegas.

Al contrario, siamo nel centro di Roma, nel quartiere Ostiense. Con una passeggiata di 20 minuti si raggiunge il Colosseo. Percorrendo la via Ostiense arriviamo ad Ostia, l’antico porto di Roma.

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L’eccezionalità della piramide Cestia a Roma è però solo apparente.

Nel I secolo a.C., infatti, Roma fu conquistata dallo stile e dalla cultura dell’Egitto.

L’Egitto a Roma

Statua di Augusto, detto “Augusto di via Labicana”. Museo Nazionale Romano – Palazzo Massimo alle Terme

Nel 30 a.C. l’esercito romano di Ottaviano (che conosciamo come Augusto, il primo imperatore romano) vinse la battaglia di Azio contro l’esercito romano-egiziano di Marco Antonio e Cleopatra. Da quel momento l’Egitto divenne ufficialmente una provincia romana.

Già qualche anno prima, però, Cleopatra aveva soggiornato a Roma, e lo stile esotico di cui era ambasciatrice e il fascino dell’Egitto conquistarono Roma. Lo stile egittizzante e tutto ciò che in qualche modo poteva collegarsi con l’Egitto, semplicemente divenne alla moda.

Sfinge in granito.
Musei Vaticani, Sala a Croce Greca

Ben presto numerosi antichissimi obelischi furono trasportati dalle rive del Nilo a quelle del Tevere, e in carenza di quelli antichi ne furono realizzati di nuovi. Il culto degli dei egizi si diffuse tra la popolazione di Roma, specialmente quello della dea Iside, per la quale si costruirono templi enormi e bellissimi. L’abbigliamento, le acconciature e il trucco che ricordava l’Egitto conquistarono le classi sociali più elevate.

Le piramidi di Roma

Ma oggi come allora, erano le piramidi a colpire maggiormente la fantasia di quelli che erano stati in Egitto o che ne avevano in qualche modo subito l’influenza. Queste tombe regali, enormi e misteriose scatenarono un’ammirazione tale che non mancarono personaggi che vollero imitare gli antichi Egizi anche nella morte!

Non stupisce, allora, che oltre la Piramide Cestia a Roma fossero presenti sicuramente altre tre piramidi: una nella zona del Vaticano e due nei pressi dell’attuale piazza del Popolo. 

La piramide Cestia è l’unica che si è conservata fino ad oggi. Per la sua eccezionalità, nel Medioevo fu chiamata Meta Remi e creduta la tomba di Remo, accoppiata con quella della zona del Vaticano creduta la tomba di Romolo e chiamata Meta Romuli.

La Piramide Cestia

La Piramide Cestia è a base quadrata, larga circa 30 metri e alta 36. Più slanciata delle piramidi dell’Egitto, somiglia molto di più a quelle della regione della Nubia.

Oltre alle proporzioni, sono i materiali a differenziarla dalle piramidi più note: non blocchi di pietra, ma conglomerato cementizio rivestito di marmo di Carrara, i materiali che caratterizzano l’architettura romana di epoca imperiale.

Caio Cestio

Le superfici della piramide ci parlano, raccontandoci dell’uomo che vi era sepolto.

C.CESTIVS L.F.EPVLO POB PR TR PL VII VIR EPVLORVM

(iscrizione incisa sulle pareti esterne della Piramide Cestia)

Si chiamava Caio Cestio. Il suo mestiere era il pretore (una carica politica di alto rango) e faceva parte del collegio sacerdotale degli Epuloni (preposti all’organizzazione dei banchetti sacri).

Come si evince dal testamento, Caio Cestio morì tra il 18 e il 12 a.C.

Il testamento di Caio Cestio

Alcuni dettagli del testamento di Caio Cestio sono noti attraverso un’iscrizione, rinvenuta nei pressi della sua tomba. Questo documento ha fornito agli studiosi informazioni sull’uomo che ha scelto di essere sepolto in una piramide lungo la via Ostiense, oltre che sulla piramide Cestia stessa.

OPVS · APSOLVTVM · EX · TESTAMENTO · DIEBVS · CCC · XXX  · ARBITRATV · L· PONTI · PVBLII · FILII · CLA · MELAE · HEREDIS · ET · POTHI · L

(iscrizione incisa sulle pareti esterne della Piramide Cestia)

Caio Cestio dispose che la costruzione del proprio sepolcro a forma di piramide dovesse essere compiuta entro 330 giorni dalla sua morte, pena la perdita dell’eredità per i suoi figli.

Un tempo incredibilmente breve per realizzare un monumento di queste dimensioni.

Nello stesso testo, tra i suoi eredi è menzionato anche Marco Vipsanio Agrippa (genero, amico, confidente e generale militare di Augusto). Questo permette di stabilire che la morte di Caio Cestio avvenne prima di quella di Agrippa (12 a.C.), del quale doveva essere un caro amico.

Caio Cestio era un uomo molto ricco: non solo possedeva il denaro necessario a costruire un monumento di tale portata, ma anche la camera sepolcrale doveva essere decorata splendidamente. A questo scopo acquistò degli arazzi intessuti con fili d’oro chiamati attalica, che però no furono mai collocati all’interno della piramide.

Una legge del 18 a.C., infatti, impediva l’eccessiva ostentazione di lusso in ambito funerario (lex suntuaria). Gli attalica furono quindi venduti dagli eredi, che con il denaro ottenuto fecero realizzare due statue in bronzo di grandi dimensioni, e le collocarono nei pressi della piramide Cestia. Questo ha permesso anche di stabilire che Caio Cestio morì dopo il 18 a.C., anno di promulgazione della lex suntuaria.

 

L’interno della Piramide Cestia

L’enorme struttura della Piramide Cestia racchiude al suo interno solo una piccola camera sepolcrale, analogamente alle piramidi dell’Egitto.

Si tratta di un piccolo ambiente di appena 20 metri quadrati. La decorazione è molto semplice: su un fondo dipinto di bianco, si stagliano piccole ed eleganti figurine. I dipinti sono in parte danneggiati perché la camera funeraria fu profanata in antichità, forse alla ricerca dei magnifici tesori che ci si aspettava decorassero un sepolcro di questa portata. Il sarcofago o l’urna cineraria che conteneva i resti del defunto non fu mai rinvenuto, forse perduto nella stessa occasione.

La Piramide Cestia è attualmente accessibile solo su autorizzazione straordinaria della Soprintendenza speciale di Roma.

La Piramide Cestia e le Mura Aureliane

Qualche secolo dopo la costruzione della Piramide Cestia, i barbari minacciavano di attaccare Roma. La città era in pericolo, situazione che non avveniva da secoli e per la quale Roma non era preparata. A quell’epoca le mura di Roma erano quelle costruite nel VI secolo a.C. che circondavano solo il nucleo più antico della città, conosciute come Mura Serviane.

L’imperatore Aureliano decise quindi di costruire una nuova cinta muraria adeguata alla città, che aveva raggiunto un’estensione notevole. Le Mura Aureliane furono costruite tra il 270 e il 275 d.C..

Per motivi economici e militari, nella costruzione delle mura furono inglobati edifici preesistenti che avessero una struttura solida e dal potenziale carattere difensivo.

L’inserimento della Piramide Cestia all’interno del tracciato delle Mura Aureliane ne ha garantito l’eccezionale conservazione fino ad oggi, a differenza delle altre piramidi di Roma, che invece sono state distrutte nel corso dei secoli.

Guardando la Piramide Cestia e l’area che la circonda, possiamo facilmente individuare le mura che in parte sono ancora in piedi, la porta d’accesso che si apriva nelle mura in corrispondenza della via Ostiense, e i tratti di mura che inglobano il monumento funerario di Caio Cestio.

 

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