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La mela reintegrata. Michelangelo Pistoletto alle Terme di Caracalla

Con “Mela reintegrata”, opera site-specific per le Terme di Caracalla, Michelangelo Pistoletto si ricollega ad una tradizione artistica, mitologica e sociale senza tempo. Per chiudere il cerchio di problematiche che hanno avuto origine proprio da questo frutto .

Allo stesso tempo si chiude anche il cerchio relativo al suo progetto artistico legato al concetto del “Terzo Paradiso”.

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Una mela al giorno toglie il medico di torno.

mela-pistoletto5La riflessione sulla mela ha inizio nel mito greco: per primo Eracle si mise in viaggio verso i confini occidentali del mondo per recuperare i frutti d’oro del giardino delle Esperidi, capaci di garantire l’immortalità. Ancora un pomo d’oro è a provocare la guerra di Troia, quando Eris, dea della discordia, durante il banchetto per le nozze di Peleo e Teti, lo fece rotolare sul tavolo a cui sedevano Afrodite, Hera e Atena, con le conseguenze che ben conosciamo.

Nella tradizione biblica la mela colta da Eva nel Paradiso Terrestre diede inizio ad una nuova era di consapevolezza che rese l’uomo mortale.

Biancaneve è colta da una morte apparente quando morde la mela stregata.

Per Newton è la fine delle riflessioni sulla gravità, ma anche inizio di una serie di domande che ancora non hanno smesso di impegnare fisici e astronomi.

Per arrivare alla mitologia moderna dove la mela è il simbolo più conosciuto e desiderato del mondo tecnologico.

[guarda questo video per scoprire le Terme di Caracalla]

Il Terzo Paradiso.

La mela delle Terme di Caracalla si ricollega direttamente

Il Terzo Paradiso. Image courtesy: http://www.arte.it/foto/da-carrara-a-caracalla-una-mela-trova-il-suo-paradiso-679/4
Il Terzo Paradiso. Image courtesy: http://www.arte.it/foto/da-carrara-a-caracalla-una-mela-trova-il-suo-paradiso-679/4

all’intervento del 2012 “Il Terzo Paradiso“. In quel caso la realizzazione avvenne con i materiali provenienti dallo stesso sito archeologico; lo stretto legame messo in atto tra i materiali antichi, le rovine delle terme, l’architettura del passato e il mondo contemporaneo, scatena una riflessione che tende verso il futuro. Il Terzo Paradiso è la sintesi raggiunta tra il Primo Paradiso (quello del mondo naturale) e il Secondo Paradiso (quello del mondo moderno e tecnologico); l’equilibrio tra questi due poli opposti è il Terzo Paradiso.

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In quest’ottica, la mela rappresenta il paradigma stesso del Terzo Paradiso: l’unione della fase iniziale quando l’uomo era ancora perfettamente integrato con la natura (dentro la mela, e cioè il Primo Paradiso), e quella successiva al morso. È dalla condanna che deriva la conoscenza (il Secondo Paradiso). Le conoscenze tecniche e scientifiche hanno degradato il pianeta del Primo Paradiso; la capacità di creare la tecnologia ha portato a una realtà alienante e malata. 

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Così il Terzo Paradiso e la ricomposizione del morso vengono a coincidere. La mela, come il Terzo Paradiso, coniuga artificio e natura.

Distruzione e ricomposizione.

mela-pistoletto8Si tratta quindi di una profonda riflessione sulla realtà, sulla distruzione provocata dall’intervento umano; per sanare questa situazione è possibile una ricomposizione non solo sul piano concettuale, ma anche dal punto di vista concreto. È l’impegno civile che deve scendere in campo attraverso l’ecologia e l’educazione, che sembrano ormai perse.

La mela ricomposta è l’invito di Pistoletto a riconnettere le due parti della “storia” che non sono del tutto inconciliabili, se lo desideriamo.

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La scultura è realizzata in marmo di Carrara, perché alle Terme di Caracalla è il marmo che racconta il passato. L’opera riafferma la propria classicità nel materiale che maggiormente ricolleghiamo all’arte del passato; è un dialogo continuo con i sotterranei del sito archeologico nel quale è ospitata.

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Informazioni

  • Dove: negli ambienti sotterranei delle Terme di Caracalla. Viale delle Terme di Caracalla, 52. Metro B Circo Massimo
  • Quando: fino al 26 settembre 2016
  • Perché: un invito alla riflessione e una presa di coscienza sulla necessità del cambiamento. L’artista rende palesi le anomalie, e come un chirurgo si mette in gioco per sanarle.

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